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Il Santuario Madre
della Grazia, detta "La Reale"
Tanti erano i devoti che sostavano dinanzi
all’edicola votiva per pregare e che vi si recavano in pellegrinaggio. E’ assai
nota la guarigione di un bimbo paraplegico che fu posto dalla madre dinanzi
all’immagine della Vergine Maria e che fu miracolosamente sanato. Questi fatti
fecero accrescere la devozione alla Madonna della Grazia, tanto che si dovette
trasformare la piccola edicola in una cappella capace di accogliere i
pellegrini. In un manoscritto del XVII secolo, ancora oggi conservato dalla
Comunità Religiosa Agostiniana della Rocca, si legge che “Nostra Signora della
Grazia della Rocca, detta La Reale”, fu fatta costruire dall’Arcivescovo di
Monreale Ludovico II Torres per “i grandissimi miracoli operati dalla Nostra
Signora” e per l’elevato numero di pellegrini che da Palermo e Monreale si
recavano nella borgata.
In quel periodo gli Agostiniani di Sicilia cercavano a Palermo un luogo
periferico per costruirvi un monastero e per questo l’Arcidiacono della
cattedrale di Monreale Don Francesco Raineri concesse a loro la cappella
dedicata a Santa Maria La Reale; in tal modo i religiosi avrebbero potuto anche
assicurare la cura pastorale dell’ormai rinomato luogo di culto della Rocca. Era
il 30 settembre del 1619; il 22 dicembre del 1625 l’arcivescovo di Monreale
Girolamo Venero concesse 2.500 onze per l’edificazione del convento e per far
ampliare la cappella ormai insufficiente agli innumerevoli devoti di Santa Maria
della Grazia della Rocca detta “La Reale”. La chiesa fu ultimata nel 1626 e nel
1749 Papa Benedetto XIV concesse speciali indulgenze per le celebrazioni che si
svolgevano nell’altare privilegiato tuttora ricordato da una lapide. Oltre che
per la devozione verso la Madonna, la chiesa conventuale fu meta di fedeli e
pellegrini a motivo della santità del frate agostiniano Mansueto da Noto che
visse nel XVII secolo e fu uno dei primi religiosi del convento della Rocca.
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