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Itinerario:Valle del Casentino
Nella valle del Casentino, alle falde della
catena appenninica che divide la Romagna dalla Toscana, sorge il celebre
complesso monastico di Camaldoli (sec. XI) che, con la sua caratteristica di
Eremo e Monastero, costituisce una delle realtà più vive del monachesimo
italiano.
San Romualdo, capostipite dell’Ordine camaldolese, giunse in questo luogo nel
1012 con alcuni discepoli e qui costruì, a 1111 m. d’altezza, le prime cinque
celle, circondate ognuna dal proprio orticello ed una piccola cappella.
Al centro del Sacro Eremo si trovano la cella di San Romualdo e la chiesa
barocca del Salvatore, dove si conservano stucchi del Settecento e terrecotte
rinascimentali.
Nei dintorni sono sparpagliate le celle dei monaci, costruite tra l'XI e il XVII
secolo: ciascun eremita disponeva di portico, cameretta, studio, oratorio,
legnaia, fonte e orto. Abbinando il modo di vivere cenobico (vita comunitaria) a
quello anacoretico (vita solitaria), i monaci camaldolesi realizzavano così
l’equilibrio tra la solitudine e la vita comunitaria.
Dopo aver fondato il Sacro Eremo, San Romualdo costruì poco più a valle una casa
per accogliervi gli ospiti e i pellegrini. È sulla base di questo ospizio che
nacque poi l’attuale Monastero da dove si irradiò la riforma benedettina da lui
ideata. Immerso in uno scenario intatto e rigoglioso, il Monastero appare come
una costruzione poderosa e massiccia. L'estrema sobrietà caratterizza un
complesso architettonico vasto ed articolato. Al suo interno due chiostri, il
refettorio, la foresteria e le celle dei monaci. La chiesa attuale, edificata
sulle rovine di precedenti edifici sacri, fu ammodernata nel 1700 e conserva al
suo interno – tra le altre – cinque tavole dipinte dal Vasari.
Di notevole interesse è anche l’Antica Farmacia del Monastero (antico
laboratorio galenico), costruita nel 1543, arredata con splendidi armadi in noce
e da antichi oggetti usati dai monaci per la preparazione di farmaci e balsami.
Ad attribuire all’ Eremo un ulteriore elemento di fascino e raccoglimento vi è
la millenaria foresta camaldolese che offre in stagione una pace e una
tranquillità raramente riscontrabili altrove. La foresta per molti secoli
appartenne agli eremiti per i quali era precisa regola la tutela del patrimonio
boschivo, che dunque fin dal Medioevo è stato da loro curato e protetto anche
attraverso il rimboschimento ogni anno di 4000/5000 nuove piante.
Fu dalla foresta del Casentino che fu tratto il legno per la costruzione della
Cupola di Santa Maria del Fiore del Brunelleschi e la costruzione della flotta
granducale medicea. Itinerario consigliato da
Ospitalità Camaldoli
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