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Museo Colle del Duomo Viterbo
Piazza
San Lorenzo 8a
Viterbo
Richiedi informazioni
Il Museo Colle del Duomo di Viterbo è ubicato nella piazza San Lorenzo ed è in
stretta relazione con il Palazzo Papale e la Cattedrale. E' diviso in tre
sezioni:
Sezione archeologica
Ospita manufatti ceramici e lapidei per lo più databili tra periodo villanoviano
e medievale. La provenienza è varia, anche se buona parte di essi sono stati
rinvenuti durante le opere di recupero dei locali oggi sede del museo. Di
recente costituzione il lapidario, ospitante lapidi provenienti dall’interno
della cattedrale.
Sezione storico-artistica
La collezione è costituita da opere provenienti dalle diverse parrocchie della
diocesi di Viterbo e collocabili all’interno di un arco cronologico che va dalla
fine del XII al XX secolo. Quasi tutte sono realizzate da autori originari di
Viterbo anche se operanti in diverse regioni d’Italia ed Europa.
Sezione arte sacra
Testimonianza dell’importante storia della Diocesi viterbese, impreziosita della
presenza papale, è la collezione di paramenti e arredi sacri. Espone oggetti
appartenuti a Vescovi, Cardinali e Papi, reliquiari e la collezione dei ritratti
dei vescovi di Viterbo.
Il Museo Colle del Duomo è aperto tutti i giorni escluso il lunedì.
a) Rivolgendosi all'ingresso è possibile riservare la visita guidata presso il
Coro barocco della Cattedrale, la loggia e l'aula del conclave nel palazzo
papale (40 min. circa).
b)Previa prenotazione e per gruppi>20 unità paganti, è possibile prenotare un
itinerario cittadino di turismo religioso che tocca vari punti di interesse
all'interno delle mura cittadine.
Itinerario
a) Il coro barocco della Cattedrale si trova dietro l'abside maggiore
della chiesa ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. La
parte barocca, decorata con affreschi del maestro romano Giuseppe Passeri
(1654-1714), rappresenta uno dei pochi elementi strutturali superstiti legati
alle fasi precedenti le distruzioni del bombardamento.
Il palazzo papale risale alla metà del XIII secolo, periodo che vide la città
quale sede ufficiale della Chiesa in alternativa a quella romana. Durante questo
periodo la città vide l’alternarsi di molti papi, alcuni dei quali ancor oggi
seppelliti a Viterbo, e la genesi, all’interno dell’aula detta “del conclave”,
del tradizionale metodo di riunione in clausura tutt’ora seguito come metodo per
l’elezione papale. Il loggiato, che assurge a simbolo della città di Viterbo, è
un elegante esempio di architettura gotica posto in origine a decorare le
facciate interna e verso valle del palazzo.
La Cattedrale di San Lorenzo di impianto basilicale romanico a tre navate
ospita, tra l’altro, le sepolture di due Papi (Alessandro IV e Giovanni XXI )
oltre che le reliquie dei SS. Valentino ed Ilario, evangelizzatori della Tuscia,
martirizzati nel corso del III secolo d.C.
b) Viterbo conserva ancor oggi preziose testimonianze legate alla vita di
numerose figure di Santi come Santa Rosa, San Crispino, Santa Rosa Venerini,
Santa Giacinta Marescotti. Tra queste la più importante e venerata è certamente
Santa Rosa compatrona della città, morta all’età di soli 18 anni nel 1251. In
suo onore e nel ricordo della traslazione del corpo, avvenuta per la prima volta
sette anni dopo la morte per volontà di Papa Alessandro IV, ogni anno il 3 di
settembre si celebra il trasporto della “Macchina di Santa Rosa”, una torre
decorata che raggiunge l’altezza di quasi 30 metri e il peso di circa 50
quintali, portata a spalla in notturna per le vie del centro storico dai
“Facchini di Santa Rosa”. Ancora oggi sono visibili le spoglie della Santa,
custodite all’interno della Chiesa-Santuario, e la casa che ne vide la nascita e
la morte inglobata attualmente all’interno del Monastero delle Clarisse.
Frate Crispino da Viterbo, beatificato nell’agosto del 1806, fu il primo santo a
ricevere la canonizzazione da parte di Papa Giovanni Paolo II nel giugno 1982.
Nato nel novembre 1668, entrò in convento nel 1693. In vita raggiunse la fama
grazie ai poteri taumaturgici che gli erano attribuiti e alla sua morte il corpo
rimase esposto per molti giorni senza putrefarsi. A Viterbo è ancora ricordata
da una targa la casa natale del Santo, oramai abitazione privata nel centro
storico.
Santa Rosa Venerini (1656-1728) fondò la prima scuola delle “Maestre Pie”, in
cui le fanciulle ricevevano istruzione con un programma didattico che includeva,
oltre al catechismo e alla preghiera, esercizi di lettura e scrittura e lavori
femminili. Le scuole pie, fondate dunque a Viterbo, sono capillarmente diffuse
in tutto il mondo cristiano. Rosa Venerini fu proclamata beata da papa Pio XII
nel 1852 e Santa nell’ottobre 2006 da Benedetto XVI.
Santa Giacinta Marescotti (1585-1640) di nobili origini prese i voti di clausura
presso il monastero di San Bernardino a Viterbo. A lei si deve la fondazione
della “Confraternita dei Sacconi”, e quella degli “Oblati di Maria”, con lo
scopo di raccogliere elemosine a fin di bene. Si ha notizia delle sue doti
profetiche, della levitazione durante la preghiera e di vari miracoli operati
tra i quali si ricordano alcune guarigioni. Venne proclamata solennemente santa
il 24 maggio del 1807. Il suo corpo è ancora visibile presso la chiesa di S.
Bernardino.
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Il Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa
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