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Orto Botanico Roma
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Questa antica essenza incrociata al platano americano, l’occidentale, ha dato
vita all’ibrido platanus x acerifolia che oggi costeggia in file compatte i
lungotevere e i viali romani.
Da non mancare la visita a quel luogo straordinario che è la lunghissima Serra
Corsini, regno incontrastato di un multiforme gruppo di vegetali: le succulente,
che in una interminabile teoria di incredibili e stupefacenti strutture viventi
si presentano in un crescendo di curiosità e stranezze.
Il bizzarro aspetto che le caratterizza è il risultato di intelligenti strategie
di sopravvivenza adottate per difesa sia dall’aridità climatica dei paesi
d’origine, sia da eventuali animali che ben volentieri se ne ciberebbero.
E’ il caso dei lithops, il cui nome ben descrive l’aspetto di ciottoli viventi –
a volte straordinariamente fioriti – che sfoggiano per l’essenziale mimesi.
La serie di Echinocactus grusonii presente nelle più varie dimensioni, fino alle
più ragguardevoli, sembra un insieme di spinosissimi e poco confortevoli cuscini
assolutamente da non provare nella loro sofficità.
Inevitabilmente, l’intera collezione di questi spinosissimi o pelosissimi (a
seconda dei casi) campioni di sopravvivenza, finisce per suscitare enorme
simpatia e interesse nel visitatore che ne apprezza e rispetta, pena
fastidiosissime conseguenze, la “vitalità” sorprendente.
Il Giardino degli Aromi è un originale percorso ad anello dove dimorano le più
diverse essenze odorose offerte alla percezione tattile ed olfattiva degli
ospiti.
Stropicciando con le dita le foglie delle piante qui presenti si può apprezzarne
non solo la sofficità e morbidezza o la ruvidità e asperità che le
contraddistingue, ma si fa sì che la pianta sprigioni la sua essenza profumata.
Tra le più note: la salvia, la mentuccia, il rosmarino e la menta; non mancano
però sensazioni odorose più inconsuete e originali, suscitatrici di un vero e
proprio tripudio olfattivo.
Tutto ciò è dedicato non solo alle persone non vedenti – per le quali è stato
creato questo spazio – ma anche per tutti coloro che amano, come i bambini, un
più diretto contatto con gli ospiti vegetali del Giardino.
Questa è infatti l’unica parte dell’Orto Botanico dove è consentito – anzi
necessario - toccare le specie vegetali; in ogni altra area infatti è
indispensabile rispettare i verdi residenti, ricordando che questo è
principalmente un luogo di studio e sperimentazione scientifica, anche se
offerto all’incontro con il pubblico.
Si tratta infatti della struttura museale del Dipartimento di Biologia Vegetale
dell’Università di Roma “La Sapienza” dal 1983.
In realtà la storia di questa istituzione è molto più lunga e ricca di
vicissitudini.
Il primo Orto Botanico di Roma risale al 1278, anno in cui il papa Niccolò III
volle creare all’interno delle mura vaticane il Pomerium. Successivamente esso
prese le caratteristiche di una raccolta sistematica e organica di coltivazioni
di piante medicinali: i “semplici”, come venivano chiamati, dalle quali si
estraevano i principi attivi per la preparazione dei medicinali dell’epoca.
Assunse poi il titolo di “Simpliciarius Pontificius Vaticanus” nel 1484 e nel
1513 fu istituita la prima cattedra per l’insegnamento delle piante medicinali,
definita allora “Lettura dei semplici”.
L’Orto Botanico Vaticano dal 1601 al 1629 ebbe come direttore Giovanni Faber (Bamberga
1574-Roma 17 settembre 1629), che fu il primo a chiamare la sua disciplina
Botanica; medico, trasferitosi a Roma nel 1598 diverrà tra i membri più attivi
dell’Accademia dei Lincei, di cui diverrà anche cancelliere. Il suo maggiore
contributo all’Accademia sarà la cura dell’edizione del Tesoro messicano.
Infine nel 1660 l’Orto Botanico divenne l’istituzione universitaria ufficiale.
Trasferito in un primo tempo (1820) nel giardino di Palazzo Salviati, ebbe sede
successiva, dopo l’unità d’Italia (1872), nel convento di S. Lorenzo in via
Panisperna, giungendo finalmente nel 1883 a Villa Corsini dove tuttora si trova.
Un sito quanto mai adatto per una istituzione non solo scientifica, ma aperta ad
ogni espressione dell’arte e della cultura.
Luogo d’incontro per periodiche iniziative, non solo didattico-divulgative
intese a sviluppare l’interesse e la conoscenza del mondo vegetale e delle
tematiche ambientali ad esso legate o di allestimento di mostre monotematiche
per collezionisti appassionati di orchidee e bonsai, ma anche di intensa
partecipazione alla vita culturale della città, come nelle interessanti
occasioni estive di esecuzioni di concerti e di proposte teatrali.
Del resto questi luoghi sono sempre stati testimoni di accese passioni
intellettuali. Valga da esempio illustre la vicenda di un famoso personaggio: la
prepotente, eccentrica e trasgressiva – quanto appassionata amante delle arti,
delle lettere, delle scienze e del teatro – Cristina di Svezia, la quale non
esitò ad improvvisarsi impresario teatrale fondando non lontano di qui, ma sulla
riva opposta del Tevere il teatro Tor di Nona, oggi scomparso.
Stabilitasi nella seconda metà del Seicento a palazzo Corsini, allora denominato
Riario alla Lungara, l’ex regina vi creò un importante centro culturale, punto
di riferimento e di incontro della vita intellettuale romana.
Nel 1674 poi, vi fondò l’Accademia Reale grazie appunto all’aiuto di quei
prelati, filosofi, letterati e scienziati che abitualmente frequentavano il
palazzo e la sua corte, i quali dopo la sua morte ne proseguirono la strada
tracciata costituendo il nucleo originario dell’Accademia dell’Arcadia, che fu
molto longeva, restando viva e vegeta fino al 1925.
Era ben nota inoltre l’erudizione e creatività della corte settecentesca di
letterati, artisti e scienziati che si raccoglieva nei saloni del palazzo, dove,
per volere del cardinale Neri Corsini, aveva la sua attività l’Accademia dei
Quiriti che si occupava di antichità romane.
I principi Corsini dedicarono infatti il loro interesse sia alle rare e preziose
collezioni vegetali del loro magnifico giardino, ricco di giochi d’acqua e
statue antiche (famosissima la piantagione di ben 500 agrumi) sia alle raccolte
di alto valore culturale, tra cui la biblioteca, la quadreria, la collezione di
stampe.
Quest’area sin dal Seicento occupata da boschi e ville tramanda quindi fino ad
oggi questa sua vocazione all’equilibrato e interessante connubio tra arte e
scienza, tanto più necessario alla vita civile della città odierna, che definire
asfissiante, caotica e dispersiva è ormai un’ovvietà, un luogo comune.
La collocazione dell’Orto Botanico accanto all’antico palazzo suggerisce perciò
ai suoi frequentatori, dopo una rinfrancante passeggiata nel polmone verde del
giardino, una visita alla Galleria d’Arte Antica della villa, famosa per l’alta
qualità della sua collezione di dipinti e statue, tutte opere di acclamati
maestri.
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