Home
Prenotazioni in Tempo Reale
Alloggi
Roma
Luoghi di Culto
Destinazioni Mariane
Destinazioni Cristiane
Destinazioni Bibliche
Vacanze & Relax
Ricerca libera
Libreria Cattolica
Prenota Roma
Ricerca sistemazione
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino Alto Adige
Umbria
Valle d'Aosta
Veneto
Itinerari & Eventi
FAQ Prenotazioni
Contatti
| |
Itinerario turistico Roma
Chiesa di SANTA MARIA DELLA PACE
Questa splendida chiesa occupa il luogo dove se ne trovava un’altra più antica
dedicata a S. Andrea e di cui si ha memoria fin dal 1186, dove, narra la
tradizione, nel 1480 un’immagine della Madonna colpita da un sasso prese a
trasudare sangue.
Papa Sisto IV (1471-1484) decise allora di fondare, a partire dal 1482, un nuovo
tempio dedicato alla Madonna della Pace – progettato probabilmente da Baccio
Pontelli – costituito da una breve navata, con cappelle laterali e volta a
crociera, che si apre in una tribuna ottagonale a cupola. A chi raggiunga la
chiesa attuale provenendo da piazza Navona dopo aver percorso via di Tor Millina
e aver superato l’incrocio con via di Parione, si apre alla vista la scena
cortoniana di Santa Maria della Pace. Fu infatti papa Alessandro VII Chigi ad
incaricare Pietro da Cortona del restauro e della modernizzazione dell’edificio
tardo-quattrocentesco. Il papa già da cardinale aveva voluto ristrutturare la
cappella di famiglia eretta dal suo famoso predecessore Agostino e decorata da
Raffaello, poi, sia per motivi di pacificazione in campo internazionale, sia per
una ragione votiva dovuta alla peste che aveva contagiato Roma nel 1656, decise
di intraprendere un più vasto programma di rinnovamento della chiesa.I lavori
furono condotti in un breve giro d’anni, dal 1655 al 1659, iniziando con
l’interno della chiesa per poi proseguire con una importante risistemazione del
tessuto urbanistico circostante.
L’interno della chiesa aveva conservato il suo aspetto rinascimentale e il
cortonese, in vista dei mutamenti complessivi, provvide ad un suo riassetto
stilistico intervenendo anche con la decorazione plastica delle superfici.
Soprattutto nella tribuna ottagona introdusse un netto slancio ascensionale
accentuando gli elementi verticali delle lesene corinzie che vanno a
concludersi, attraverso i costoloni della cupola, alla base del lanternino. La
decorazione interna della cupola, in stucco dorato, definisce magistralmente lo
spazio: le costolature a fascio disegnano spicchi all’interno dei quali una
serie compatta di cassettoni esagonali decrescono prospetticamente verso l’alto
fino a raggiungere la cornice ottagonale alla base della lanterna.La ricca
ornamentazione fatta di festoni sui bordi della crociera e soprattutto i motivi
araldici dei monti, delle ghiande e della stella a otto punte sparsi ovunque
eterna la memoria di Casa Chigi.Nel soffitto della navata mise in evidenza le
nervature in stucco ricercando lo stesso principio verticalistico che aveva
informato il restauro della cupola.Pietro da Cortona intervenne poi radicalmente
sulla prima cappella a destra, la cappella Chigi, ristrutturandola completamente
pur rispettandone l’impianto originale semicircolare per rispondenza con
l’antistante cappella Ponzetti. La balaustra in marmo giallo chiude il sacello
con raffinata discrezione senza superare l’arcata e invadere la zona affrescata
da Raffaello.
Ridisegnando completamente l’interno della cappella con le pareti rivestite in
marmo bianco appose un nuovo altare e sopra esso un’edicola con timpano
triangolare decorata con sculture di Ercole Ferrata e Cosimo Fancelli che
realizzò anche la pala bronzea con Cristo trasportato dagli angeli.La seconda
cappella di destra, la cappella Cesi, disegnata da Antonio da Sangallo il
Giovane porta sull’arco esterno una decorazione di finezza rinascimentale di
Simone Mosca; mentre nel lunettone Rosso Fiorentino dipinse nel 1524 gli
affreschi con la Creazione di Eva e Il peccato originale.La cappella Ponzetti,
che a sinistra fronteggia la cappella Chigi, è interamente affrescata da
Baldassarre Peruzzi con scene dell’Antico e Nuovo Testamento nel catino e
all’altare Madonna con Bambino, Santi e committente.
L’altra cappella, ricca di marmi di spoglio provenienti dal tempio di Giove
Capitolino, ha sull’altare una Madonna in gloria e santi opera di Marcello
Venusti.La tribuna ottagona è ricchissima di opere: nel tamburo da destra,
Visitazione, di Carlo Maratta (1655) e Presentazione al Tempio, di Baldassarre
Peruzzi (1524).A destra dell’altare maggiore - che porta l’affresco
quattrocentesco della venerata immagine della Madonna della Pace - il Battesimo
di Cristo, di Orazio Gentileschi (1603), nell’abside affreschi di Francesco
Albani, di Lavinia Fontana e l’Annunciazione e la Natività del Passignano.
A sinistra un Crocifisso ligneo del XV secolo, figure di Sante di Orazio
Gentileschi e l’Adorazione dei pastori del Sermoneta (1565).Ma l’intervento più
interessante operato da Pietro da Cortona risiede totalmente nella complessa
architettura esterna della chiesa e nella sistemazione della piazza antistante
Santa Maria della Pace. Ciò che noi oggi vediamo è il risultato di un
particolareggiato riassetto urbanistico determinato dalla necessità di
provvedere a sciogliere il nodo viario circostante liberandolo dal traffico
delle carrozze e dai frequenti ingorghi che nell’angusto spazio antistante la
chiesa venivano a formarsi.
Dai disegni autografi di Pietro da Cortona si sa che l’artista pervenne alla
scelta architettonica definitiva attraverso una progettazione per gradi partendo
dall’unica idea iniziale – vero e proprio motivo centrale di tutto l’intervento
– dell’aggiunta alla facciata rinascimentale, una semplice superficie piana, del
protiro colonnato.Reinterpretando in chiave barocca la dedica originale della
chiesa come tempio della Pace, il cortonese realizza un protiro semiellittico
sorretto da coppie di colonne tuscaniche che si rivela, inoltre, un vero e
proprio omaggio al tempietto di San Pietro in Montorio del Bramante autore del
chiostro contiguo alla chiesa. La restante parte della ristrutturazione che si
risolve nella realizzazione di una sorta di facciata continua, un prospetto
scenografico articolato e mosso da sporgenze e rientranze fortemente
chiaroscurato, è dovuta all’esigenza di rendere la piazza e le vie di accesso
laterali, di impianto medievale, più comode e allo stesso tempo di creare un
luogo aperto e visibile in asse con il percorso proveniente da piazza Navona.
Ne risultò, dopo il taglio della piazzetta e l’allargamento dell’unica via di
acceso alla chiesa, uno spazio sagomato “a tenaglia” che va ad abbracciare
lateralmente il corpo avanzato della chiesa, sporgente nettamente nella piazza
dal fondale, a creare un teatro urbano di notevole originalità ed efficacia.Il
fronte della scena è dominato dalla pronunciata convessità della facciata della
chiesa alla quale fanno eco le due ali concave che fungono da sfondo
concludendosi alle estremità con delle specie di contrafforti sormontati da
edicole, su cui sono apposti i medaglioni papali.Due vicoli si aprono
lateralmente all’intero apparato architettonico-urbanistico sotto inquadrature
che imitano dei portali: a sinistra il vicolo della Pace, la stradina che porta
a via dei Coronari, a destra il budello che costeggia l’abside di Santa Maria
dell’Anima.
Queste quinte immaginarie esaltano l’aspetto tridimensionale di scenografia
teatrale, che l’asse della strada, leggermente obliquo rispetto alla chiesa,
contribuisce ad accentuare con notevole dinamismo prospettico. Disegnata da
Antonio da Sangallo il Giovane, fu portata a termine nel 1524 da Jacopo
Ungarino.Dall’ottagono in muratura con paraste angolari e finestre ad arco si
eleva un secondo piano corto e leggermente arretrato rispetto a quello
sottostante. Di qui inizia la copertura vera e propria, composta di una serie di
quattro gradini dai quali partono gli otto spicchi che vanno a concludersi nella
cornice posta alla base del lanternino. Quest’ultimo è suddiviso da lesene in
otto sezioni, su quattro delle quali si aprono delle finestre. Sia la cupola che
il cupolino della lanterna sono rivestiti in piombo.È possibile vedere la cupola
con maggiore dettaglio dall’attiguo chiostro bramantesco (la cui entrata è in
via dell’Arco della Pace 5).
Le severe, eleganti, raffinate concezioni architettoniche rinascimentali sono in
questo chiostro mirabilmente espresse, dando all’osservatore una sensazione di
razionale armonica serenità ed equilibrio di forme.L’ampio spazio quadrilatero
del chiostro di S. Maria della Pace – prima opera romana di Bramante – si
richiama alla cultura umanistica lombarda, qui riveduta e ulteriormente
sviluppata grazie alla visione delle rovine antiche della città che l’architetto
ebbe a studiare ed ammirare.
Depurando le immagini dell’antico il maestro perviene nella sua creazione ad una
possanza ed austerità di strutture forti, eppur gradevoli nella loro
articolazione.Le quattro arcate per ogni lato del pianterreno sono rette da
pilastri dorici decorati da paraste ioniche, esattamente corrispondenti agli
elementi portanti del piano superiore, i quali mostrano, a sostegno
dell’architrave, centrate – a ridurre l’effetto di profondità – colonne corinzie
direttamente impostate al sommo degli archi a tutto sesto sottostanti, a formare
così otto aperture per ogni lato.Gli effetti chiaroscurali sono così posti in
estrema evidenza, rendendo l’insieme architettonico di classica bellezza.
I due ordini sono separati dall’iscrizione dedicatoria che abbraccia l’intero
perimetro del chiostro e che fa riferimento al committente – cardinale Oliviero
Carafa – che nel 1500 richiese la realizzazione a Bramante di quest’opera.Gli
emblemi gentilizi sovrastati dal cappello cardinalizio sono posti a decoro
scultoreo, regolarmente disposto, sui pilastri sia del pianterreno che del piano
superiore.La visione che si ha del chiostro nella sua interezza dalla loggia è
ulteriore conferma delle linee armonicamente equilibrate dell’intera costruzione.Addossati
ai pilastri del loggiato si trovano sporgenti sedili, che i monaci usavano nelle
ore dedicate alla lettura o alla conversazione spirituale, usufruendo di una
riparata collocazione inondata di luce.
Interessanti monumenti funebri si trovano murati alle pareti del portico del
pianterreno: risalgono alla fine del Quattrocento la tomba di Lorenzo Gerusino e
quella del vescovo Giovanni Andrea Boccacci, mentre la lapide commemorativa di
una giovinetta, Ludovica Vistarini, porta la data molto più tarda del 1820.Nel
portico vi sono anche lunette affrescate con storie della vita di Maria e
raffigurazioni dell’edificazione e dedicazione della chiesa di S. Maria della
Pace ad una immagine miracolosa della Madonna.Visitare
Roma in due giorni
Torna alle Chiese di Roma
Alberghi
Roma:
Prenotazione in tempo reale!
| |
|